ELIMINAZIONI URINARIE INAPPROPRIATE NEL GATTO

ATTENZIONE: tutto quello che leggerai è stato scritto diversi anni fa. La medicina è in continua evoluzione e questi articoli seppur divulgativi avevano una solida base scientifica ed erano aggiornati nel momento in cui sono stati scritti. Hanno ancora valore e hanno un significato storico, ma chiedi sempre al TUO VETERINARIO. Non fare autodiagnosi ai tuoi animali e consulta sempre un professionista. Ti ringrazio! e ... Buona lettura, Nicoletta Bevere Questo breve articolo ha lo scopo di farvi cambiare opinione. Su cosa? Su un argomento difficile, che solleva i più radicati convincimenti, fa leva sulle emozioni, sullo scoramento più che altro, sul materasso da portare in tintoria e poi lasciato lì a svaporare un mese, perché nessuno sano di mente porta il materasso in tintoria. Ed è una storia di speranza (speriamo che non l’abbia fatto ancora). E’ una storia di spray “repellenti”, presi al volo al supermercato nella corsia dedicata agli animali, una storia di spray “attrattivi”, in seguito comprati al negozio per animali, ed è una storia di deodoranti ambientali, candeggina, ammoniaca, freschezza alpina, agrumi mediterranei, fiori di magnolia, mughetto, vaniglia…insomma, fate qualcosa per me. Io, invece, farò qualcosa per voi. Questo articolo vuole far fuori i consigli della cerchia dei conoscenti, ma sopra ogni cosa vuole massacrare la sedimentata credenza che…I GATTI FANNO I DISPETTI! Leggete…leggete…
LA MINZIONE FUORI CASSETTA

Un po’ di terminologia. Cominciamo con una distinzione indispensabile per capire. Si riconoscono due tipi fondamentali di minzione fuori-cassetta: essi differiscono sia in base alla causa scatenante (che è il motivo per il quale il gatto fa pipì fuori posto), sia in base al modus operandi del gatto, cioè “come” fa pipì. Il primo tipo è chiamato propriamente marcatura urinaria o marcatura verticale. Per “marcare” noi intendiamo dire segnare, mettere una firma. Il gatto in questo tipo di minzione fuori cassetta, che d’ora in poi chiameremo marcatura urinaria verticale, sta in effetti apponendo la propria firma in un posto preciso, dove c’è bisogno, appunto, di una firma felina. Il secondo tipo di minzione fuori cassetta è una minzione senza significato di marcatura e può essere chiamato in modo improprio marcatura orizzontale. Dico che “marcatura” orizzontale è improprio perché in questo secondo tipo il gatto in realtà non intende davvero “marcare”, cioè mettere la propria firma. Vuole solo far pipì. Tuttavia qualcuno per farsi capire velocemente parla di “marcatura orizzontale”. Il primo tipo abbiamo detto che si chiama “verticale”, e il secondo “orizzontale”. Questi termini indicano che nel primo tipo la pipì viene spruzzata sui supporti verticali, mentre nel secondo tipo l’eliminazione avviene sui supporti orizzontali. In entrambi i casi il gatto elimina le urine al di fuori della cassetta e quindi l’effetto negativo nei confronti della convivenza uomo-gatto è praticamente il medesimo, ma le motivazioni per cui il gatto si comporta così sono estremamente diverse ed è necessario distinguere bene i due problemi allo scopo di mettere in atto la terapia corretta. MARCATURE URINARIE VERTICALI FISIOLOGICHE Come lo fai? La marcatura urinaria verticale si presenta così: il gatto annusa e sceglie il posto adatto, dove ha deciso di marcare lasciando un segno evidente della propria esistenza. Quindi, una volta scelto il posto, si gira, solleva la coda, ondeggia sui piedi, fa vibrare la coda e senza accovacciarsi spruzza poca urina su un supporto verticale, come un muro. In seguito controlla la traccia olfattiva lasciata, annusando nuovamente la superficie. La superficie dove avviene la marcatura è verticale: è una parete, una porta, anche un mobile, ma solo su un ripiano verticale come può essere la gamba di un tavolo. Perché lo fai? Il gatto adulto non castrato, in condizioni normali e nel pieno delle sue facoltà, attraverso la deposizione dell’urina su un supporto verticale lancia dei messaggi olfattivi ad altri ipotetici gatti, i quali prima o poi passeranno di lì (da quella porta, accanto a quell’angolo del muro, dietro quel bel divano) e avvertiranno l’odore dell’urina del gatto che ha effettuato la marcatura, la quale non a caso è proprio all’altezza del loro tartufo. La marcatura quindi soddisfa un bisogno di comunicazione. Non è un dispetto, ma è un comportamento fisiologico: i gatti normali, a vita libera, non sterilizzati fanno così. Tale marcatura può avere significato sessuale, quando effettuata da una gatta in calore, ma più spesso ha significato territoriale ed è generalmente effettuata da un maschio adulto intero (non castrato) all’interno del proprio territorio. La marcatura di tipo sessuale, che può essere effettuata durante il calore da una gatta femmina a vita domestica (che vive in casa quindi), prevede di solito che l’urina venga depositata in vicinanza della porta di casa o di una porta finestra, solo durante la fase estrale. In questo modo la gatta fa sapere al modo esterno di essere in cerca di un compagno. Questo tipo di marcatura risponde pienamente alla sterilizzazione. Cioè nel momento in cui la gatta viene sterilizzata, la marcatura non viene più praticata, in quanto la sua funzione (avvertire i maschi della fertilità della micia) non esiste più. La marcatura di tipo territoriale, come già detto, è effettuata di solito dal gatto maschio intero dopo la pubertà e anch’essa prevede che l’urina sia depositata su superfici verticali bene in vista. L’urina è spruzzata in pochi specifici luoghi di passaggio all’interno del territorio e sta a dire: “questo luogo è occupato da me”. In condizioni normali il gatto non compie la marcatura ovunque, ma solo in specifici luoghi. Quando questo normale comportamento di marcatura è ben radicato, come ad esempio in un gatto adulto che si è abituato a marcare il proprio territorio con l’urina e che lo fa già da qualche tempo, la sterilizzazione non modifica particolarmente il fenomeno. Cioè: un gatto che si è ben abituato a marcare con le urine gli angoli di un appartamento, continuerà a farlo anche una volta castrato, e lo farà per tutta la vita. Infatti anche se il gatto è castrato, comunque rimane legato al proprio territorio, nel quale continuerà a voler segnalare la propria presenza. Il comportamento di marcatura territoriale inoltre può essere appreso per imitazione anche da gatti sterilizzati che convivono con un gatto abituato a marcare. Ma in quanto tempo il gatto si abitua a far pipì in giro? Si dice che, affinchè il comportamento di marcatura si fissi indelebilmente nel gatto, siano sufficienti 8-10 giorni. Io non ho modo di confermare che il tempo sia davvero così poco, tuttavia ai miei clienti dico di non rischiare. Conosco persone che, sterilizzando il gatto molto tempo dopo che il comportamento di marcatura era iniziato, hanno dovuto condividere l’appartamento con un gatto abituato ad effettuare marcature urinarie verticali e questa cosa è andata avanti per tutta la vita del gatto. La loro espressione più comune, quando pensano a quel gatto è: “era un vero delirio”. Se il gatto di casa inizia a far pipì sui muri io fisso l’appuntamento per la sterilizzazione entro uno o due giorni. Terapia. Il trattamento delle marcature verticali fisiologche è la sterilizzazione, la quale nel gatto maschio deve essere particolarmente tempestiva, prima che il comportamento si fissi. Se il gatto è abituato a compiere le marcature verticali da molto tempo (oltre 8-10 giorni?), non esiste alcuna terapia. MARCATURE URINARIE VERTICALI NON FISIOLOGICHE Abbiamo detto che la marcatura urinaria è specifica, singola, ha una sua logica e una finalità precisa. A volte tuttavia anche la marcatura urinaria verticale, che è un comportamento perfettamente normale (sebbene indesiderato all’interno della vostra cucina), può “degenerare”. Nei gatti disturbati che presentano malattie come ansia, fobia, depressione, oppure in condizioni di sovrappopolazione, la normale marcatura urinaria può essere infatti esacerbata in modo anomalo ed eventualmente, in relazione al tipo di patologia, accompagnarsi ad altri comportamenti indesiderati. Terapia. Questo tipo di marcatura “multipla” è molto difficile che possa essere trattata in modo completo e definitivo. Sicuramente non risponde alla sola sterilizzazione, che comunque deve essere effettuata. La situazione può migliorare associando la sterilizzazione alla terapia comportamentale, al miglioramento delle condizioni ambientali e di relazione, alla terapia feromonale e/o farmacologica (vedi marcatura orizzontale). La prognosi rimane incerta. MINZIONE FUORI CASSETTA SENZA ATTIVITA’ DI MARCATURA Come lo fai? Abbiamo detto che la marcatura urinaria verticale ha una sequenza comportamentale abbastanza tipica e soprattutto riguarda le superfici verticali. La minzione in luoghi non appropriati senza attività di marcatura differisce dalla marcatura verticale in quanto l’urina viene deposta nello stesso modo di come viene deposta nella cassetta: il micio si accuccia, solleva leggermente la coda, elimina e poi generalmente cerca di coprire l’urina. La pipì in questo tipo di minzione fuori cassetta può essere eliminata in vari luoghi della casa, in grande quantità (non si tratta più di un piccolo spruzzo). L’eliminazione avviene esclusivamente su supporti orizzontali e generalmente si tratta di materiali assorbenti, come i mobili imbottiti e i tappeti. Se il gatto tenta di coprire l’urina, troveremo i tappetini, le maglie o gli asciugamani dove il gatto ha urinato tutti arrotolati. L’attività di copertura sarà naturalmente un po’ meno evidente se il gatto ha urinato sul letto o sul divano. Perché lo fai? Questo comportamento non è un dispetto. Alla base del fenomeno c’è un problema che il gatto avverte e che gli impedisce di usare la cassettina igienica come noi vorremmo. Difficilmente si riesce a capire esattamente cosa disturba il gatto: si può trattare di sovrappopolazione (troppi animali in uno spazio piccolo), di scarsa pulizia delle cassette igieniche, di “confusione olfattiva” (troppa profumazione ambientale, uso di detergenti con odori forti, uso di lettiere profumate), di conflitti all’interno del gruppo convivente (gatti che non vanno d’accordo tra loro o con uno dei proprietari), di qualche cosa che ha alterato l’ambiente del gatto (traslochi, minime ristrutturazioni domestiche come la tinteggiatura delle pareti, cambiamenti anche transitori della composizione del gruppo familiare, l’ingresso in casa di un nuovo animale). Oltre a questo, la minzione fuori cassetta senza attività di marcatura può comparire improvvisamente durante il raggiungimento della pubertà sia nei gatti maschi sia nelle femmine: questo comportamento (al contrario della marcatura verticale nel maschio non castrato) scompare immediatamente dopo la sterilizzazione. E’ come se il gatto fosse un po’ in conflitto a causa della propria maturità sessuale associata al fatto di vivere segregato tra quattro mura, senza la possibilità di incontrare un compagno. E’ a disagio. In questi casi la sterilizzazione riporta la situazione alla normalità. L’alternativa, del resto, sarebbe quella di permettere al nostro amato micio di andarsene in giro per la città a fare incontri amorosi. Naturalmente, se vogliamo andare avanti ad occuparci di lui nutrendolo, curando le sue malattie, proteggendolo dal mondo esterno (pieno di cani, di macchine veloci e di ragazzini) per i prossimi 10 o 15 anni, la libertà è il prezzo da pagare. Terapia. Se il comportamento di eliminazione inappropriata su supporti orizzontali compare in un gatto non sterilizzato, attorno ai 5-8 mesi, la sterilizzazione risolve rapidamente il problema. Negli altri casi, quando la minzione in luoghi non appropriati si verifica in un gatto domestico già sterilizzato, la terapia da adottare è multimodale ed è volta al miglioramento dell’ambiente nel quale il gatto vive e delle relazioni che il gatto ha con i suoi simili o con i suoi padroni. Può essere associata inoltre la terapia feromonale e/o farmacologica. Il trattamento prevede l’adozione delle seguenti misure:

  • Smettere di punire o sgridare il gatto, ma farlo giocare almeno per 15 minuti al giorno, promuovendo così uno stato emotivo rilassato e positivo.
  • Lasciare sempre cibo a disposizione in diverse ciotoline sistemate in più ambienti della casa. Questo vale per il “gatto unico”, ma è fondamentale per evitare le competizioni per il cibo nel caso di più gatti conviventi. Bisogna rendere la casa un interessante “giardino di caccia”. Mangiare scarica la tensione emotiva. Se i gatti hanno tendenza all’obesità si useranno dei mangimi ipocalorici. Le crocchette possono essere inserite in bottigliette di plastica forate, di modo che il gatto prima di poter ottenere una crocchetta, debba muovere la bottiglia fino a far uscire il cibo da uno dei fori: questo gioco scarica la tensione emotiva ed evita che un gatto tendenzialmente bulimico ingurgiti in poco tempo grandi quantità di cibo.
  • Rendere accessibili al gatto diversi luoghi rialzati (sedie, scaffali, scatoloni, mobili, mensole, davanzali), liberandole da suppellettili e libri, di modo che tutti i gatti possano accedere ad un luogo privilegiato per il riposo. Fate spazio e lasciate qualcosa di morbido sopra questi ripiani (un cespuglio di erba finta, un vecchio maglione, un tappetino antiscivolo per i piatti: quello che vi pare). E’ buona cosa lasciare aperto qualche armadio dove un gatto timido e disturbato andrà volentieri a rifugiarsi. Fate una casa a misura di gatto, dove il momento del riposo e dell’isolamento sia libero da tensioni.
  • Garantire la presenza (almeno inizialmente) di un numero cassette igieniche pari al numero dei gatti + uno, con una sabbia non profumata di granulometria media, riempite per almeno 5 cm. Feci e urine vanno rimosse dalle lettiere tutti i giorni e la sabbia va cambiata completamente una volta alla settimana.
  • Per le pulizie bisogna evitare completamente candeggina e ammoniaca. Pavimenti e cassette igieniche possono essere lavate con detergenti neutri, mentre tappetini, cuscini e coperte dove il gatto ha fatto pipì fatele sparire, che si fa prima. Oppure, se proprio siete affezionati al tappetino del bagno, ricordate che bisogna rimuovere bene le tracce di urina il più possibile con detergenti neutri, che facciano davvero il loro lavoro, cioè che puliscano senza coprire l’odore della pipì con un odore più forte, altrimenti il gatto riconoscerà ugualmente la propria traccia di urina, la quale funge un po’ da attrattivo per le successive eliminazioni, ma sarà disturbato dall’odore coprente e aggressivo del pino silvestre. Così non si va da nessuna parte.
  • Non chiudere le porte delle stanze. Difficile, vero, con un gatto che forse durante la nostra assenza farà pipì sul letto. Eppure c’è la soluzione.
  • Gli imbottiti, che ovviamente non possono essere allontanati da casa, sui quali il gatto ha spesso urinato, vanno ricoperti con la plastica per pavimenti usata dagli imbianchini. In questo modo renderemo al gatto molto poco invitante il nostro divano o il nostro letto e nello stesso tempo potremo tenere aperte tutte le porte senza rischio che l’urina macchi gli imbottiti. E’ forse il maggiore sacrificio da fare: sedersi su un divano rivestito da un foglio plastica è orribile, lo so, ma è una cosa temporanea.
  • Eliminare tutti i deodoranti ambientali, soprattutto quelli attaccati alle prese più vicine al pavimento, che maggiormente interferiscono con la vita olfattiva del gatto. Acquistare Feliway Spray e seguire le istruzioni del prodotto.

Errori comuni in corso di comportamento eliminatorio inappropriato.

Il comportamento di minzione fuori cassetta è davvero aggravato dalle punizioni inflitte dal proprietario. E’ ovvio: abbiamo detto che non è un dispetto, ma è un disagio. E allora che ne dite se al disagio tutto felino e misterioso del nostro gatto ci mettiamo un carico a coppe pure noi, animati certo dalle più nobili intenzioni educative, ma tuttosommato anche un po’ seccati. Certo che siamo esseri umani. Torniamo a casa dopo una faticosa giornata di lavoro e non ci aspettiamo che il nostro morbido letto abbia macchie sospette, fredde e umide, sulle quali il nostro palmo si debba posare cauto, nella speranza che magari ci sbagliamo. Niente è più bello di profumato-asciutto-pulito, ma se noi sgridiamo il gatto non solo non elimineremo quel sentore di aglio e quella sgradevole sensazione di fregatura, ma aggraveremo il disagio del gatto e con esso il fenomeno delle eliminazioni inappropriate.

Il secondo errore comune (secondo non per importanza, ma perché dopo la sgridata è esattamente la seconda cosa che facciamo) è costituito dalla chiusura della porta della camera da letto, dove magari il gatto è abituato a dormicchiare da una vita. La restrizione improvvisa dello spazio è vissuta dal gatto con grande stress. I gatti odiano le porte chiuse e soprattutto non sopportano che gli si impedisca improvvisamente l’accesso ad un luogo che hanno sempre frequentato. Così si aumenta il disagio del gatto. Peggio del peggio sarebbe chiudere il gatto in bagno mentre siamo via.

Il terzo errore comune (terzo non per importanza, ma perché dopo la sgridata, che è il primo errore, e la chiusura delle porte, che è il secondo, questa è precisamente la terza cosa sbagliata che facciamo) è dato dall’interferenza troppo aggressiva con i messaggi olfattivi che il gatto cerca di depositare nel suo territorio, oppure dall’utilizzo di sostanze urino-mimetiche. Ad esempio l’ammoniaca, anche se di quelle profumate, è simile all’odore dell’urina: infatti l’urea contenuta nell’urina si degrada rapidamente ad ammoniaca. Usando ammoniaca noi non facciamo che aumentare la percezione di “odore di pipì” che il gatto avrà tornando sul letto. E nemmeno bisogna cercare di coprire l’odore dell’urina con un odore più forte, perché il gatto ci sente molto meglio di noi con il naso e non si fa ingannare dai profumi, che al massimo lo infastidiscono. Lo abbiamo già detto.

Non devo dire altro, a parte che se seguite diligentemente tutte le indicazioni, avete le maggiori probabilità di risolvere il problema. Diciamo massime probabilità. Sicuramente migliorerete la situazione. Se cominciate a dire “questo lo salto”, “questo non lo faccio”, ecco, le fatiche che comunque sopporterete rischiano di non essere ricompensate adeguatamente.

TENERE DURO PER 15 GIORNI, poi provare a togliere le plastiche dagli imbottiti. Andare avanti così per un mese, poi provare ad eliminare una cassetta, se avete tanti gatti. Avanti così un altro mese, poi iniziate a scalare il Feliway. Basta così: tutto il resto (porte, cibo, spazi vitali, giochi) lo tenete fermo nella situazione in cui è. L’unica concessione che forse vi potete prendere è quella di comprare qualche candela profumata da accendere ogni tanto, se vi piace. A me piace. Storie di Gatti.

La gatta di Ambrogio. Un giorno Veruska, che è la fidanzata di Ambrogio, porta a casa di Ambrogio un bel tappetino da bagno dell’Ikea colorato con dei grandi cerchi blu su fondo bianco. Sembravano dei grandi occhi stilizzati. Bene. La gatta di Ambrogio, Betsi, inizia a fare pipì in giro e non entra più nel bagno, dove stava la sua cassetta. Ambrogio mi ha subito portato Betsi in studio, in quanto temeva che la gatta avesse la cistite. In base alla visita e alla descrizione del comportamento di Betsi però sembrava più che altro che l'animale avesse semplicemente paura ad avvicinarsi alla cassetta igienica a causa del nuovo intruso: il tappetino Ikea. Abbiamo tolto il tappetino dal bagno, e la micia ha subito ricominciato a fare pipì nella sua cassetta, come nulla fosse. Anche se sembra assurdo, la spiegazione è che i disegni geometrici e contrastati del tappetino la spaventavano.

Kessi. Kessi è la gatta di una bellissima famiglia italo-russa. Ha sempre fatto pipì ovunque, tanto che il proprietario, non appena la moglie si assentava per fare visita in Russia ai parenti, non faceva altro che portarmi Kessi in ambulatorio, per tenerla in pensione da me, due mesi, visto che lui non sopportava l’idea di gestire in assenza della moglie il comportamento eliminatorio della gatta. Cosa dà noia Kessi? Dopo qualche anno abbiamo scoperto che a Kessi dà noia la propria urina. Lei fa pipì una sola volta nella sua cassettina igienica: poi basta, le ci vuole un posto diverso. La soluzione ora è quella di pulire la lettiera ogni volta che Kessi ci mette piede, ma secondo me andrebbe bene anche metterle a disposizione tre o quattro cassette.

Mario. Mario è un gattone maschio sterilizzato che inizia un bel giorno a fare pipì in soggiorno, sul tappeto. Dopo un lungo esame della situazione è emerso che davanti alla casa di Mario, dalla parte dove si affaccia il balcone del soggiorno, è stato abbattuto un muretto ed è stato creato un piccolo giardino. Nel giardino si è installata una colonia di gatti a vita libera, che Mario prima non aveva mai visto e che ora invece sono sempre sotto i suoi occhi. Abbiamo pensato che Mario non sopportasse la vista degli altri gatti e quindi abbiamo deciso di usare Feliway e di provare a mettere a protezione del balcone (del tipo a ringhiera) delle cannette molto fitte, che impedissero la vista del giardino. Mario ha smesso di far pipì in soggiorno.

Micis. Micis è un giovane gatto rosso, maschio, castrato. Ha iniziato a far pipì in vari luoghi della casa, senza alcun motivo apparente. In base alla visita inizialmente avevo pensato che il gatto potesse soffrire di una malattia delle vie urinarie, ma gli esami delle urine non confermarono il sospetto. In questo caso il problema era iniziato subito dopo l’inizio di alcuni lavori di ristrutturazione del condominio che comportavano l’uso del trapano e in generale causavano un grande inquinamento acustico. In quel caso il problema migliorò sensibilmente con il Feliway, ma si risolse del tutto solo molto tempo dopo la fine dei lavori.

Liquerizia. Si tratta di una gattina nera dolce e tranquilla che fa pipì al posto giusto, ma tutti i giorni deposita le propri feci fuori dalla cassetta. Le elimina sempre nello stesso preciso punto: sul pavimento di fronte ad una portafinestra dalla quale si accede ad un terrazzino. Dal terrazzino Liquerizia osserva altri gatti appartenenti ai vicini di casa. In questo modo, con le feci davanti alla portafinestra, Liquerizia delimita il confine del proprio territorio (l'appartamento) da un territorio neutrale (il terrazzino dell'appartamento) il quale confina con il territorio di altri gatti (i terrazzini degli appartamenti confinanti). L'uso delle feci per segnalare la propria presenza e la propria dominanza in un territorio è una cosa molto frequente tra i gatti ed è un comportamento normale, non patologico, il quale di conseguenza risponde poco al trattamento: non è un disturbo, ma è solo "comunicazione" felina. Nel caso di Liquerizia abbiamo provato ugualmente ad usare il Feliway: i risultati per ora sono altalenanti.

Fiocco. E' un gatto maschio di pochi anni, sterilizzato, che ha iniziato improvvisamente a far pipì sul letto dopo che la sua proprietaria, Caterina, ha deciso un bel giorno di comprare una lettiera di marca diversa dalla solita. Caterina ha proceduto bene in quanto ha provveduto a mischiare progressivamente, giorno per giorno, la nuova lettiera a quella vecchia, di modo che Fiocco si abituasse piano piano attraverso un graduale cambiamento. Niente da fare. O che aveva un odore strano, o che aveva un colore brutto, o che aveva una consistenza antipatica, ma Fiocco ha cominciato a far delle grandi pipì sul letto. Ora credo che il problema si sia definitivamente risolto, dopo qualche giorno di passione, con il ritorno alla vecchia lettiera.

Nicoletta Bevere, Medico Veterinario Milano via Rucellai 22 022551224

Aggiornato Settembre 2008